Agrireale è protezione su misura, è serenità a tutto campo.
E’ la polizza che tutela al meglio le risorse della propria azienda agricola e del prorio agriturismo: dai macchinari agricoli ai fabbricati, dai collaboratori alle attrezzature, dal bestiame alle coltivazioni e molto altro ancora.
Perchè pensare a proteggersi è importante… perchè la situazione economico finanziaria italiana in agricoltura, commercio e artigianato stanno profondamente mutando.
Infatti, il cambiamento dello stile di vita e del conseguente approccio agli acquisti, l’aumento delle dimensioni medie delle aziende agricole, l’ingresso dei giovani e il ricambio generazionale, l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie, oltre alla sempre più ampia e veloce internazionalizzazione e lo sviluppo delle certificazioni sono solo alcune delle variabili che hanno modificato lo scenario italiano.
La filiera agroalimentare, in particolar modo, vale il 17% e sembra non conoscere crisi (+5,5% dipendenti, +8,7% autonomi – dati Istat) offrendo opportunità di lavoro e di crescita. Lo stesso Stato italiano sembra accorgersi sempre più dell’andamento del settore, cercando di mettere in atto e pianificando politiche più semplici, di alleggerimento della burocrazia e spingendo gli imprenditori ad investire di più.
In questo contesto il valore della produzione lorda vendibile(Plv) dell’agricoltura piemontese subisce una flessione del 9,2% rispetto al 2013, ma nello stesso periodo l’occupazione cresce del 4,12%, superando la quota dei 52mila addetti.
«È la dimostrazione più evidente – ha sottolineato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti – che gli imprenditori agricoli piemontesi credono nel futuro del settore e continuano ad investire e ad assumere».
Aumentando l’occupazione, crescono gli investimenti dei giovani e il numero delle aziende che cercano di valorizzare il prodotto interno nel proprio territorio, ma il sistema filiera soffre di una certa qual disorganizzazione, che impedisce il pieno dispiegamento di un grande potenziale a discapito della creazione di redditività, che in agricoltura rimane ancora bassa rispetto alla media europea.
Asimmetrie che fanno dire al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: «Dobbiamo ripensare al modello organizzativo per recuperare quote di competitività, per essere più forti sui mercati esteri e per proporre al meglio le nostre produzioni sul mercato interno, salvaguardando la creazione di valore per l’agricoltura».
Perché parliamo di investimenti, perché, seppur ancora di bassa percentuale, il 22% delle aziende risponde affermativamente sull’impegno di capitali nel miglioramento delle attività. Di questa percentuale, la quota maggioritaria (34%) fa riferimento a imprenditori di età inferiore ai 40 anni. Si sta consolidando quindi pian piano questa tendenza a investire nell’attività agricola.
Gli investimenti principali sono diretti all’acquisto di macchinari e attrezzature, sulle costruzioni e infine sulla strumentazione aziendale.
In pochi, infatti, ancora sono gli imprenditori che pensano ad assicurarsi contro gli imprevisti che potrebbero incidere negativamente (ed economicamente) sul proprio patrimonio coprendo il frutto del proprio lavoro e della propria fatica contro le avversità esterne con polizze assicurative che garantiscano ad esempio la propria produzione contro il “rischio della grandine” (probabilmente per non conoscenza delle Politiche Agricole Comunitarie che danno delle agevolazioni).
In pochi pensano a come possa pesare sulla propria redditività l’andamento del tempo, sempre più instabile, imprevedibile e che anno dopo anno sta peggiorando.
In pochi si fermano a riflettere a “come si potrebbe ridurre la resa e il valore della propria produzione” oltre a non considerare come eventi atmosferici dannosi e ripetuti, magari anche anno dopo anno, possono indebolire le risorse economiche interne all’azienda per poter far fronte ad eventuali danni strutturali, di macchinari così come ai danni di mancata vendita del prodotto a cui si sono dedicati tempo e denaro.
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